Il diabete è una malattia cronica caratterizzata dalla presenza di elevati livelli di glucosio nel sangue e dovuta a un’alterata quantità o funzione dell’insulina. L’insulina è l’ormone, prodotto dal pancreas, che consente al glucosio l’ingresso nelle cellule e il suo conseguente utilizzo come fonte energetica. Quando questo meccanismo è alterato, il glucosio si accumula nel sangue.
La parola “carboidrato” è un termine generico che indica tutti i tipi di zuccheri. I carboidrati si nascondono, sottoforma di amido, in cereali e patate e, sottoforma di zucchero, in frutta e latte. Gli alimenti che contengono carboidrati vengono masticati, riempiti di saliva e ingoiati, attraversano l’esofago e raggiungono stomaco e intestino tenue. Da qui, gli zuccheri semplici passano direttamente nel sangue, mentre i disaccaridi (formati da due molecole di zucchero) e i polisaccaridi (formati da oltre 1000 molecole di zucchero) devono essere scissi in zuccheri semplici con l’aiuto di enzimi, dopo di che anch’essi raggiungono la circolazione del sangue.
A quale tipo di diabete appartieni?
- DIABETE DI TIPO 1:riguarda il 10% dei diabetici e in genere insorge nell’infanzia o nell’adolescenza, in passato definito anche diabete giovanile. Viene classificato tra le malattie autoimmuni, cioè dovute a una reazione immunitaria diretta contro l’organismo stesso. L’alterata risposta immunitaria causa una progressiva distruzione delle cellule beta del pancreas, per cui l’insulina non può essere prodotta e pertanto le persone affette da diabete di tipo 1 devono iniettarsi ogni giorno e per tutta la vita l’ormone insulina.
- DIABETE DI TIPO 2: oltre l’85% dei diabetici appartiene al tipo 2 ed esordisce per lo più dopo i 50 anni e raramente nei giovani. È caratterizzato da un duplice difetto: non viene prodotta una quantità sufficiente d’insulina per soddisfare le necessità dell’organismo (deficit di secrezione dell’insulina), oppure l’insulina prodotta non agisce in maniera soddisfacente (insulino-resistenza).
- DIABETE GESTAZIONALE:si verifica nel 4% delle gravidanze quando si misura un elevato livello di glucosio circolante per la prima volta. Di solito regredisce dopo il parto.
I sintomi
La sintomatologia del diabete di tipo 2 varia da persona a persona, ma è più sfumata rispetto ai sintomi del diabete di tipo 1, e solitamente non consente una diagnosi rapida. Nel caso di diabete di tipo 1 di solito si assiste a:
- Episodi febbrili,
- Sete intensa,
- Minzione frequente,
- Lenta guarigione dalle ferite,
- Stanchezza e affaticamento.
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La diagnosi
I criteri per la diagnosi di diabete sono:
- Sintomi di diabete associati a un valore di glicemia casuale, cioè indipendentemente dal momento della giornata, ≥ 200 mg/dl,
- Glicemia a digiuno ≥ 126 mg/dl,
- Glicemia ≥ 200 mg/dl durante una curva da carico somministrando 75 g di glucosio,
- Emoglobina glicata (HbA1c) superiore a 6,5% (o 48 mmol/mol).
Esistono situazioni cliniche in cui la glicemia non supera i livelli stabiliti per la definizione di diabete, ma che comunque non costituiscono una condizione di normalità. Si parla di Alterata Glicemia a Digiuno quando i valori di glicemia a digiuno sono compresi fra 100 e 125 mg/dl e di Alterata Tolleranza al Glucosio quando la glicemia due ore dopo il carico di glucosio è compresa fra 140 e 200 mg/dl.
Fattori di rischio per il diabete
Il diabete è favorito da fattori come:
- Elevato peso corporeo (BMI maggiore di 30 Kg/m2), con eccessivo accumulo di massa grassa sull’addome,
- Inattività fisica,
- Ipertensione,
- Colesterolo HDL,
- Trigliceridi.
La terapia
Il cambiamento dello stile di vita è considerato il trattamento di base più efficace per il diabete. È un metodo efficace perché, oltre che sul diabete, influisce contemporaneamente anche sulle malattie concomitanti e cioè sovrappeso, dislipidemie, pressione alta. Mangiare e bere sano hanno l’importante compito di fornire sufficienti quantità di acqua, proteine, vitamine, minerali, acidi grassi insaturi e fibre. Calorie vuote e sostanze che affaticano inutilmente il metabolismo, come zucchero, grassi con un’alta percentuale di acidi grassi saturi e idrogenati, alcol, vanno assunte meno possibile.
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In cucina con i diabetici
Tutti i carboidrati fanno aumentare la glicemia, ma l’aumento avviene in misura e velocità diverse e a seconda del tipo di alimento consumato. A tal punto è importante considerare indice e carico glicemico. L’indice glicemico (IG) è la misura della qualità dei carboidrati, il carico glicemico (CG) è la misura della loro quantità: tiene conto sia dell’IG che del contenuto di zuccheri per porzione consumata. È importante scegliere alimenti con indice glicemico basso, ed è possibile limitare l’assorbimento di amido e zucchero, componendo pasti combinati. Può essere utile mangiare alimenti amidacei insieme a verdure ricche di fibre, oli vegetali sani e cibi proteici. Non esistono alimenti dannosi o pericolosi per il diabetico ma è preferibile ricercare alimenti naturali e completi.
Gli alimenti sconsigliati sono quelli ad alto indice glicemico e di favorire il metabolismo lipidico, come succhi di frutta zuccherati, cornflakes, patate, carne e pesci grassi, riso bianco, frutta molto matura. Al contrario gli alimenti da preferire sono carne di coniglio o pollame, pesci magri e pesci ricchi di omega-3, pasta e pane integrale, legumi secchi, verdura, frutta poco matura.
La terapia nutrizionale deve essere personalizzata, non deve essere un’imposizione, deve essere costruita per renderla il più possibile pratica e rispettosa dei gusti del diabetico, del suo stile di vita e delle sue esigenze nutrizionali, in una parola attuabile.